In questo numero...

Periodo di avvento, il Natale è vicino e pure la fine dell'anno bisesto

TUTTI AL MARE

Mimì De Simone

MA BASTA, non ne posso più, non s'è mai parlato tanto di economia, di recessione, di crescita zero del PIL (i calvi ringraziano…), un 2009 che si prospetta all'insegna del tirar la cinghia, barlumi di ripresa solo nel 2010 (ci arriveremo?), insomma debbo dire la verità da buon napoletano ho fatto lo scongiuro più classico, touch the ball, in inglese fa più fino, ha voglia Berlusconi a predicare "siate ottimisti!", Presidè si ridia anche lei il touch of class, come già fece una volta in parlamento immortalato da fotografi malandrini. Con queste ciucciuettole (civette per i non napoletani) che abbondano e ci informano quotidianamente sui dati negativi delle borse (ma chi se n'era mai impipato), anche il sciur Brambilla, o il sciur Esposito appizzano le orecchie quando comunicano i dati e percepisco il sospiro di sollievo che traggono quando arriva il week end e le borse chiudono …un po' di tregua per le loro coronarie sotto stress, ci vogliono per forza gli scongiuri. Ci stiamo preparando mestamente, con st'aria che tira, alle feste natalizie e di conseguenza al saluto del vecchio anno, tiè tiè 2008 maledetto anno bisesto, in favore del nuovo. Arridaie diranno i miei lettori, ci dobbiamo sorbire la tiritera, be quiet, (statevi quieti) dicono sempre gli inglesi, voglio invece suggerirvi la mia ricetta per le prossime feste: fate come il nostro babbo natale, e come farà il sottoscritto, andate al mare. Respirare aria iodata vuol dire fare incetta di energie, scacciare le negatività, e fare una cosa diversa. Invece del solito pranzo natalizio, un bel pic nic sulla sabbia servirà a rigenerarci, evitare i parenti, quelli che colgono l'occasione per… risparmiare abboffandosi alla nostra tavola. Per quelli che non hanno il mare a portata di mano dicano lo stesso in giro che ci vanno, a volte basta per sentirsi meglio…A quelli che possono, beati loro, è inutile il consiglio già hanno la prenotazione in tasca…E voglio chiudere sul can can dell'Ambrogino d'Oro, onorificenza tutta milanese, ma d'impatto nazionale, negato al giornalista Biagi….Non credete che se ne fotta altamente di riceverlo visto che è morto…è in vita che ci vogliono i riconoscimenti cari colleghi demagoghi. Ci rivediamo nel 2009. MIMÌ DE SIMONE

 

 

Vermouth: Il principe degli aperitivi 

Il campo della liquoristica è molto vasto e molteplici sono le funzioni attribuite ai prodotti in esso contenuti. Uno dei più interessanti ed apprezzati è quello degli aperitivi. La parola "aperitivo" deriva dal latino "aperire" che significa "aprire"; questo termine si riferisce soprattutto a quelle bevande che, per la loro composizione, hanno la proprietà di "aprire" lo stomaco e prepararlo alla digestione. All'azione fisiologica degli aperitivi, oltre agli amari, contribuiscono anche altre sostanze aromatiche in essi contenute, e poi la dose moderata di alcool e l'eventuale anidride carbonica dell'acqua gassata eventualmente aggiunta, che agiscono direttamente sulla mucosa dello stomaco stimolando la secrezione dei succhi gastrici. Da tener presente anche la funzione sociale che esso svolge come momento di aggregazione. L'aperitivo si beve con gli amici oppure con gli ospiti, è il preludio di un pranzo ben riuscito, è il punto di partenza di un incontro gioioso ed atteso.

Nella numerosa famiglia degli aperitivi un ruolo molto importante viene svolto dal vermouth. Esso è classificato come "vino aromatizzato" con erbe e spezie a cui viene aggiunto zucchero, poi  rinforzato con alcool buon gusto e per alcuni tipi il caramello per colorarlo. Il vino impiegato per la sua preparazione è il bianco di ottima qualità, di acidità regolare e non molto profumato.Le erbe e le spezie usate sono tantissime e vanno dalla genziana al rabarbaro, alla vaniglia, al coriandolo, alla camomilla, allo zenzero, chiodi di garofano, zafferano e tante altre, ma soprattutto l'assenzio, parola che in tedesco si traduce "wermouth", da cui ha avuto origine il nome di questo stupendo prodotto. Se consideriamo la loro azione fisiologica, le possiamo dividere in due categorie : le carminative e le amari. Le carminative particolarmente profumate ed aromatiche contengono olii essenziali ed agiscono sull'intestino. Le amari contengono principi attivi che stimolano l'appetito e migliorano il funzionamento dell'apparato digerente. I tipi di vermouth in commercio sono: Bianco secco (dry), dolce, rosso, rosé. La gradazione alcoolica varia dai 18° del secco ai 16° degli altri. Naturalmente la composizione della miscela delle erbe e spezie è un segreto gelosamente custodito da ciascuna casa produttrice, che ritiene di possedere quella giusta. Ad ogni modo, l'Italia può vantare sicuramente il primato mondiale sia per la qualità che per la quantità della produzione del vermouth. Il miglior modo per servirlo è direttamente nella coppetta da cocktail, 60 gr.di vermouth ad una temperatura fresca, 6/8 gradi, (tenere sempre una bottiglia in frigo), completare con una buccia di limone per il dry, o d'arancia per il dolce. Se lo si preferisce "on the rocks" basta un bicchiere largo e basso, tanto ghiaccio, 60 gr.di vermouth, mezza fetta d'arancia. Come long drink tutto estivo in un bicchiere alto e stretto, sempre la stessa quantità di vermouth, tanto ghiaccio un abbondante spruzzo di selz e mezza fetta d'arancia. SALUTE!!!

 

 

Navi da crociera: nuovo orizzonte occupazionale

L'operatore di sala, che vuole essere assunto da una compagnia di navi da crociera, oltre alle sue incombenze specifiche deve avere un corretto atteggiamento posturale e "d'equilibrio" requisito di fondamentale importanza per espletare la mansione specifica in un contesto di albergo galleggiante. Coloro che cercano un impiego sulle navi da crociera desiderano viaggiare. Ad ogni modo ciò non è abbastanza. Di solito al candidato vengono richieste precedenti esperienze lavorative a contatto col pubblico maturate, in genere, nei settori dell'ospitalità e della ristorazione, in quanto alberghi e ristoranti sono i luoghi migliori in cui imparare a gestire la clientela. Le scuole alberghiere offrono la preparazione migliore. Molto spesso i diplomati vengono assunti dalle compagnie armatoriali, in fondo le navi passeggeri non sono altro che grandi hotel galleggianti con la differenza che alla fine della giornata non si torna a casa, si resta "in sede". Le compagnie di crociera inoltre assumono personale con esperienza nei settori: turismo, intrattenimento, insegnamento, assistenza all'infanzia, salute bellezza e fitness, vendite, relazioni col pubblico, medicina e contabilità. Ogni membro dell'equipaggio deve potersi esprimere in inglese ed è sempre gradita la conoscenza di altre lingue occidentali. Secondo l'European Cruise Council, l'associazione delle compagnie crocieristiche europee, entro il 2010 entreranno in funzione 35 nuove navi da crociera. Costa Crociere, la compagnia leader in Europa, entro il 2012 varerà cinque nuove navi che si andranno ad aggiungere alle 12 oggi in servizio. Nelle stime (anche se da 10 anni fa parte del colosso statunitense Carnival), tra il 2008/2010 i dipendenti a bordo cresceranno di oltre 9mila unità, passando dagli attuali 14mila ad oltre 23mila. Il settore, quindi, è in crescita cosi come l'offerta di posti di lavoro per le qualifiche più diverse. Le navi sono città galleggianti e necessitano delle più varie figure professionali. Quindi occorre una formazione a 360° che sia in linea con le esigenze del mercato turistico alberghiero. A tal proposito la flotta mercantile mondiale non è solo a caccia di ufficiali, ma anche a corto di cuochi e personale di cucina, in grado di assicurare un livello qualitativo alto, non solo sulle navi da crociera e sui traghetti, ma anche sulle navi da carico. Proprio per far fronte ad un problema che sta assumendo caratteristiche di emergenza anche per la flotta italiana, l'associazione degli armatori Confitarma, in collaborazione con Terminal Napoli, società che gestisce il terminal crociere nello scalo partenopeo, lancia l'iniziativa di realizzare, all'interno del terminal, una scuola per cuochi e chef di bordo. I corsi assicurano un'occupazione sicura, a bordo delle navi, per molti giovani che annualmente escono dagli istituti alberghieri e turistici. Per tutti gli interessati basta collegarsi al sito http://www.informagiovaniroma.it/notizia2136.htm per prendere visione di un indirizzario di alcune compagnie di navigazioni.

 

 

TEMPI D'ATTESA? COME PRENOTARE UNA TAC

Nostra indagine sul servizio

Pubblico dei trasporti in città

IN QUESTI anni tanto si è detto del sistema di trasporti regionale,  puntando sovente l'accento sui fiumi di denaro elargiti da fondistatali ed europei. Poco invece si è parlato della sua efficienza, di come funzioni e se sia agevole per i cittadini spostarsi a piedi lasciando a casa la propria auto. Noi de lo Strillo abbiamo pensato di testare sul campo questa efficienza servendoci dei mezzi pubblici napoletani, verificando i tempi d'attesa, controlli, sicurezza e tempi di arrivo. Una prova che va avanti da ben due mesi, che ha avuto ed ha risultati altalenanti. Cominciamo dalle note dolenti, il servizio su gomma, in soldoni gli autobus. Ebbene per i napoletani, amanti del lotto, è più facile fare un ambo che vedere un autobus in orario; certamente i molteplici cantieri aperti in città non aiutano. Giovedì 13 novembre ero in Via Cilea in attesa del 181 quando mi sono imbattuto in due controllori, erano le 12,00 circa. In pochi minuti hanno controllato due autobus, C31 e appunto il 181. I controlli dunque ci sono, ma ho l'impressione che siano organizzati a campione, senza alcuna strategia di deterrenza. Insomma i "portoghesi" continua-no ad avere  vita facile, nonostante recenti statistiche abbiano dimo-strato un loro calo. La puntualità continua invece ad essere un problema, causa anche il nuovo dispositivo di traffico attuato nel quartiere Vomero, il quale ha esteso la zona pedonale da Via Scarlatti fino a Via L. Giordano. Venerdì 14, dopo aver atteso in Piazza Vittoria il C4 per circa 30 minuti, dalle 19:20 alle 19:50, constatata la latitanza dell'autobus ho ripiegato sul C12, che si avvicinava comunque alla mia destinazione finale, la metropolitana di Mergellina. I controlli ovviamente inesistenti, ma almeno, una volta sull'autobus, in 10 minuti sono arrivato a destinazione. Nella stessa giornata avevo altresì atteso il bus n.1, sostitutivo del omonimo tram, inVia Acton. Ammetto di essere stato stupito dallo scarso ritardo di questa linea, anche in considerazione dei lavori stradali che falcidiano il suo percorso. Dieci minuti tolleranza garantita; ma anche stavolta nessun controllo. Non parliamo poi se nella zona ospedaliera aspetti l'OF, puoi invecchiare alla fermata considerati tempi d'attesa (se ti va bene dalla mezz'ora in su), fai in tempo ad andare a Roma e ritorno. Decisamente più agevole è viaggiare servendosi della Cumana, i treni sono ufficialmente previsti ogni 10 minuti e almeno nelle ore di punta questa frequenza è quasi garantita. La puntualità viene meno nelle ore pomeridiane e nella fascia serale, dove anche a causa di un guasto, mi è capitato di attendere la partenza di un treno, nella stazione di Montesanto, quasi 50 minuti. Apprezzabile invece la lotta fatta dalla Sepsa ai furboni senza biglietto. In molte stazioni sono stati installati i tornelli, quindi senza biglietto non si potrebbe accedere al piano binari. Ho scritto potrebbe non a caso, dato che nei momenti in cui cala la sorveglianza, il passaggio abbonati restando incustodito diventa un comodo varco d'acceso. Tuttavia un po' di senso civico in più non guasterebbe. Pessima è invece la gestione della linea 2, la vecchia metropolitana. Da quando le Ferrovie dello Stato hanno ripreso la gestione di questa linea, sostituendo metronapoli, la qualità del servizio è nettamente peggiorata. I treni sono spesso in ritardo, le condizioni igieniche lasciano a desiderare, ed i controlli sono soltanto un lontano ricordo. Ho percorso la tratta Mergellina - Piazza Garibaldi tutte le mattine per quasi due mesi e sono arrivato mediamente a destinazione con un ritardo di 15 minuti. In alcuni casi si è sfiorato il grottesco. Questa metro nata come passante ferroviario per i treni a lunga percorrenza, è spesso rallentata dai suddetti treni, onde consentirne il passaggio. Le scene peggiori si sono tuttavia verificate nella stazione Garibaldi, dove le persone attendono, in file chilometriche ed al livello stradale, l'arrivo della metro, segno che le corse non sono frequenti e la banchina della stazione pur essendo notevolmente lunga, non riesce ad accogliere tutti i passeggeri. Si distingue in positivo <st1:personname w:st="on" productid="la Circumvesuviana">la Circumvesuviana</st1:personname> e le sue linee, almeno nelle stazioni principali, dove i controlli sono effettuati quasi tutti i giorni ai varchi di uscita. Da piazza Garibaldi i treni passano con una discreta puntualità, essendo solo la seconda fermata sulla linea, ma quando dalla provincia si vuole tornare verso Napoli le cose non vanno così bene. Per percorrere la tratta Nola - Napoli il giorno 22 ottobre, il treno ha impiegato circa un'ora accumulando un ritardo di quasi 20 minuti. Ad ogni modo questa linea se paragonata ad altre, in special modo alla linea 2, è un gioiello. In arrivo tra breve anche i nuovi treni progettati dalla Ansaldo-Breda. Ma veniamo alle note liete, Linea 1 e Funicolari. Queste linee sono il fiore all'occhiello dei trasporti locali, buona puntualità, in special modo delle funicolari, ottima pulizia e buoni controlli. In tutte le stazioni sono installati i tornelli, ed è francamente difficile viaggiare se non muniti di biglietto; ma se anche qualche furbetto riuscisse ad intrufolarsi, rischierebbe di incorrere nei controlli che sono spesso organizzati all'uscita dalle stazioni. Ricordatevi, mai gettare il biglietto prima di essere usciti in strada. Il giorno 12 di questo mese, alle ore14:00, all'uscita dalla funicolare di Montesanto sono incappato in un vero e proprio"posto di blocco". In conclusione è quindi possibile viaggiare a Napoli con il trasporto pubblico? Sì, ma munitevi di pazienza, di un buon libro da leggere nelle attese e soprattutto muovetevi con un congruo anticipo, l'inconveniente, leggasi ritardo, è dietro l'angolo. FRANCESCO FIORITO

 

 

MALGIOGLIO VIRTUALE

DOPO una trafila di tutto rispetto, che avrebbe sfiancato il più agguerrito dei fan, Cristiano Malgioglio mi riceve a casa sua. Anche se molte volte le telecamere hanno rovistato tra le sue cose, mai avrei immaginato di trovare un miscuglio di colori, allegria, musica, stravaganza ed accoglienza. Fra divani e cuscini, candelabri e libri, enormi quadri alle pareti e mille foto di Marilyn, mi invita ad accomodarmi su un soffice divano e si concede. Il famoso gioco dei pacchi, che così grandi ascolti regala alla prima rete RAI, quest'anno ha voluto inserire un'innovazione: un premio supplementare, che rappresenta l'immagine virtuale stilizzata di Malgioglio.

- Che effetto le ha fattola proposta di diventare…"virtuale"?

"Non avrei mai immaginato che gli autori di "Affari tuoi" mi avrebbero scelto per dare un tocco innovativo ai pacchi. L'idea è sicuramente scaturita per il mio ciuffo biondo. Mentre mi trovavo a Cuba per promuovere il mio ultimo disco "Papaya" fui chiamato da Pasquale Romano per dare l'autorizzazione al progetto. All'inizio non avevo ben realizzato, ma al mio ritorno, presa visione dell'iniziativa ne sono stato entusiasta. So che piace molto ai bambini. Magari potranno fare la bambola Malgioglio che soppianterà Barbie"

- Avrebbe mai pensato di diventare una sorta d'icona, e riscuotere tanta simpatia?

"No! Non ci avrei scommesso. Ho scommesso invece su quello che credo sia il mio talento con una punta di presunzione che qualche volta non guasta. Magari quando non ci sarò più, al mio paese mi faranno una statua che collocheranno al centro di una piazza, ma prima vorrò vederla perché se non mi piace dal Cielo la farò cadere continuamente."

- Se penso alle sue più belle canzoni, non posso fare a meno di collegarle ai grandi successi di Mina. Insieme ci regalerete ancora grandi emozioni?

"Mina è stata la grande occasione della mia vita. Grazie a lei i più talentuosi cantanti italiani mi hanno voluto come autore: Vanoni, Pravo, Ghezzi, Zanicchi che è stata la prima cantante importante per la quale ho scritto tantissimi brani e che mi ha fatto vincere con "Ciao cara come stai" il festival di Sanremo nel '74. Amanda Lear, è uno dei pochi "uomini" che mi ha fatto avere successo. Tante Artiste sono passate dalla mia penna! Mina mi ha dato la gloria con "L'importante è finire", con "Ancora ancora" e molte altre. Poi per 23 anni i nostri rapporti musicali si sono interrotti, ma voglio dare una bella notizia a "lo Strillo": oggi questa coppia le cui iniziali cominciano per "M" ritorna insieme con un brano colmo di sensualità e molto accattivante: "Carne viva". Una canzone che ho dedicato ad un "amore". L'ho scritta in un momento particolare: all'Isola dei Famosi. Ricordo che iniziai a buttarla giù con un carboncino ricavato dalla brace, su una palma di cocco che la pioggia slavava regolarmente quasi ogni giorno con mia grande disperazione, finché imparatolo a memoria, giunto in Italia lo misi in bella copia. Conoscendo la grande musicalità di Mina, così sensibile alle storie struggenti, glielo feci pervenire e la grande magia di Mina ha fatto il resto."

- La vita ha premiato la sua arte regalandole successo e notorietà, ma il suo segreto desiderio?

"Vorrei trovare un fidanzato, magari napoletano perché mi piacciono tanto. Sono belli, maschi, gentili, intelligenti, qualcuno anche bugiardo e con grande vitalità. Dire che mi sono divertito lavorando, non rende esattamente l'idea"

Adesso mi spiego perché la popolarità di Cristiano è davvero inossidabile. RENATO CATANIA

 

 

gli eterni cantieri cittadini: ovvero l'arte del poppapruismo

LE MILLE E UN CANTIERE

NELL'EDILIZIA napoletana applicata all'urbanistica c'è qualcosa che non va. I lavori sia di restauro che di manutenzione dell'assetto dell'arredo urbano e stradale garantiscono un periodo di copertura fortemente limitato. Nei casi migliori un'opera già precedentemente cantierata viene rimessa in discussione e riaperta uno o al massimo due anni dopo. Ma più spesso l'autonomia delle operazioni di ristrutturazioni ha efficacia semestrale. Né consegue che l'intera città è un permanente cantiere a cielo aperto. Chi ne paga le spese? Il cittadino naturalmente. E per ben due volte: la prima dal punto di vista strettamente economico. La seconda in termini di salute, tempo, stress e logistica. Gli ultimi mesi dell'anno sono un vero e proprio travaglio per automobilisti e pedoni sia lungo le arterie principali che le strade e stradine del capoluogo campano: i primi costretti a chicane, deviazioni di percorso, ma soprattutto a interminabili code nel traffico e i secondi tenuti, a loro volta, a zigzag tra auto, moto, betoniere per il cemento, carrucole di catrame bollente, a causa dell'ennesimo rifacimento delle banchine dei marciapiedi, fino a spiacevoli mini soggiorni forzati in autobus roventi.

Ma vi siete mai chiesti perché dobbiamo impiegare ore anche per i tragitti più brevi? Per giunta senza vedere quasi mai abbellito niente (probabilmente solo le zone del "salotto buono") e con solo vaghe tracce di questo decantato decoro urbano! Personalmente ho fatto una cosa molto semplice: ho avvicinato un operaio che disponeva ad incastro uno ad uno gli antichi sampietrini sul terreno. Gli ho chiesto del perché saltino con tanta facilità e durino così poco. Ebbene il lavoratore mi ha candidamente risposto che adoperano il collante cementizio dove si e dove no.

La potremo definire una tecnica a macchia di leopardo. A questo punto, visti i risultati, penso che siffatta metodologia (perché di questo si tratta) sia usata più o meno diffusamente per tutti i tipi di lavoro.

Ma giudicate voi.

Io mi limito a constatare che per consentire i lavori al ponte della doganella (zona Don Bosco) l'accesso a piazza Carlo III era già stato deviato per circa due anni. Operai e tecnici ancora si avvicendano periodicamente mentre il deflusso delle auto all'imbocco della sottostante Via Arenaccia è ancora ristretto nei suoi sensi di marcia e regolato da parapetti di plastica e segnaletica temporanea.

Via Foria ha avuto un esborso di cinque milioni di euro fino quasi all'anno scorso. Chi non ha vissuto i disagi del periodo di durata dei lavori, direbbe quasi di non vedere alcuna differenza migliorativa rispetto a com'era prima. Siamo alla reintroduzione del serpentone spartitraffico, eliminato nella precedente riqualificazione. Questa tornata riqualitativa ha visto poi prevalere una sorta di porfido asfaltato. L'esteso marciapiede adiacente la stessa via ridimensiona le carreggiate nei loro sensi di marcia, in una zona cronicamente congestionata dal traffico urbano.

Al Corso Umberto invece si è giunti all'asfaltamento delle corsie preferenziali. Ormai a settembre i lavori hanno investito la zona del Borgo degli Orefici, ciclicamente rinnovata e puntualmente idealmente rettificata dagli stessi esercenti.

Alla Riviera di Chiaia restano in piedi un paio di cantieri centrali, su un lavoro complessivo che vede restringersi il manto veicolare per dar spazio a strisce blu a spina di pesce. Non più tardi di giugno 2007 fra i dissensi popolari in zona Chiaia venivano invertiti diversi sensi di marcia per consentire i lavori nei cantieri aperti in quell'area centrale di Napoli, salvo scoprire ad agosto che per gli stessi cantieri andava bene il sistema viario precedente.

Nell'attesa di cosa il prossimo anno riserverà al quartiere, in Via Vittorio Colonna alle prime piogge autunnali i soliti sampietrini da poco installati, come da prassi, non hanno resistito.

Via Marina è un progetto sulla carta da diversi anni. Ogni tanto in quel cantiere si avvista qualcuno del personale. Ma non sembra mai entrare nel vivo dei lavori. Ad oggi si è riusciti a realizzare l'assestamento di circa metà del percorso automobilistico, ma non c'è traccia del più ampio disegno di recupero ambientale della imminente zona portuale. Turisti e vacanzieri nostrani muovono con bagagli al seguito sul ciglio del margine di strada sgombro dai lavori, in totale promiscuità  con svolazzanti centauri ed auto sfreccianti.

In zona Vomero tra Via Cilea e le strade parallele di Via Belvedere e Via Aniello Falcone da anni non si riesce a sistemare, al di là della contingenza degli interventi riparatori, la struttura della rete fognaria. Calata San Francesco il limite oltre il quale chi proviene da Via Tasso non può raggiungere la collina vomerese, con grave danno ad una delle poche zone di shopping ancora rimaste in piedi. La circolazione è attualmente circoscritta al senso unico nella direzione opposta che dalla cinta del quartiere collinare scende fino a Mergellina. La zona è inoltre stata per giorni piena di buche, scavate per sistemare i pali del nuovo impianto di illuminazione, che a tutt'oggi sono senza luce. Da novembre è inoltre entrato in vigore nella zona il nuovo dispositivo di traffico con l'apertura ad isola pedonale di Via Luca Giordano.

C'erano tutti al varo della nuova ztl. Dall'assessore alla Mobilità Agostino Nuzzolo, al Comandante della Polizia Municipale Luigi Sementa fino all'ultimo dei vigili urbani. Ma come è stato accolto dai residenti e dai commercianti?

Chi abita lì rileva che i nuovi sensi unici di via Mattia Preti, via Andrea Doria, via Cimarosa  - che consentono la pedonalizzazione nel tratto fra Via Scarlatti e l'incrocio con Via Pitloo e via Massimo Stanzione, -  non fanno altro che spostare lo smog dalla via principale alle stradine secondarie.

Quest'ultime nate come vie alberate si trovano adesso ad assorbire l'intero flusso di traffico, compreso l'impervio attraversamento delle nuove linee della mobilità pubblica. Quelle coinvolte nel nuovo itinerario sono <st1:personname w:st="on" productid="la C">la C</st1:personname>28, <st1:personname w:st="on" productid="la C">la C</st1:personname>30 (che è diventata 130), <st1:personname w:st="on" productid="la C">la C</st1:personname>31, <st1:personname w:st="on" productid="la C">la C</st1:personname>32, <st1:personname w:st="on" productid="la C">la C</st1:personname>36, la 181, la 530 e <st1:personname w:st="on" productid="la V">la V</st1:personname>1.

Da più parti invece si accusa il calo esponenziale del dispiegamento delle forze municipali, che hanno sopperito alla pressoché totale mancanza della nuova segnaletica, man mano che la parata inaugurativa si allontana. La cronica carenza di personale e di strutture (anche le più  elementari) si teme ripercuotersi sulla stessa efficacia dell'iniziativa.

Dall'opposizione, infatti, ritengono quell'isola pedonale una truffa. Per bocca del consigliere municipale di A.N., Andrea Fonsimorti, si ritiene inammissibile che per cento metri di pedonalizzazione si riducano i collegamenti del Vomero e si lasci deliberatamente incrementare il livello delle polveri sottili da smog nelle piccole vie di sfogo; anziché muoversi in direzioni infrastrutturali con la possibilità di parcheggi e  valide reti di collegamento.

Al contrario i residenti vedono schiudersi la probabilità di 84 strisce blu a pagamento anche per loro, in via Stanzione, nel tratto basso di via scarlatti, nel restante tratto libero al traffico di via Luca Giordano e nell'intera Piazza Quattro Giornate.

Alla V Municipalità nel confermare l'alternativa di correttivi da concertare con i cittadini e le associazioni dei commercianti, il Presidente Mario Coppeto non nasconde l'emozione nel vedere quotidianamente riversata in strada la gente, quasi in un atto di riappropriazione fisica del proprio territorio.

Ci si scontra però sempre con la disinformazione. Nonostante le voci di spesa per la comunicazione e l'informazione non manchino mai di accompagnare quelle del bilancio classico, il popolo comune resta l'ultima ruota del carro. Al Vomero nessuno ha saputo fino all'ultimo del nuovo piano urbano.

Ci doveva essere un'onda lunga di comunicazione con 20mila brochure nei principali avamposti di interfaccia con i cittadini, grazie anche alla collaborazione degli esercenti. Quest'ultimi invece sono stati i primi ad esserne totalmente allo scuro. Dei volantini neanche vaghe tracce.  La comunicazione istituzionale si autoreferenzia con i nostri soldi. Molte delle proteste spesso anche futili e pleonastiche originano dalle siffatte sembianze della disinformazione indotta.

Per non parlare poi dei cantieri storici di Piazza Municipio e Piazza Bovio. Ma non finisce qui. Ci sono tutta una serie di opere minori di strade secondarie, che in quanto a disagi però non sono seconde a nessuno (Basti pensare all'ultimo cantiere, in ordine cronologico, che investe la centralissima piazza Carità, o agli interventi qua e là che interessano le popolazioni dei Quartieri Spagnoli).

Può un'intera classe politica stare a questi giochi di ritardi e manovre oscure anche nell'abbellimento e nella funzionalità della nostra e loro città?

L'amministrazione partenopea si rivela all'altezza dell'arte borbonica del poppapruismo: "chi sta a poppa vada a prua e chi sta a prua vada a poppa".

E la nave va allo sbando.

Carmine D'Argenio

PERCHÉ SVENDERE NAPOLI

Mario Pagliari

È  vero prima c'erano molti turisti e pochi alberghi, ora ci sono molti alberghi e pochi turisti che spalmati in tutti i posti letto disponibili danno una percentuale di occupazione che non supera quasi mai, ad essere ottimisti, il 55 %. Aggiungiamoci il periodo critico ed ecco che molti operatori, con queste percentuali alla mano, pur d'acchiappare clienti presentano pacchetti con prezzi che sono assolutamente fuori mercato, perché non è possibile che un albergo 4 stelle a Napoli, zona centrale, possa praticare tariffe pari a quelle di una pensione 2 stelle sita in aree più periferiche, pur di occupare camere Questa strategia "maccheronica",  si trasforma poi in un boomerang che si ritorce sull'intera categoria che deve combattere per non "svendere" non solo il proprio prodotto, ma la città di Napoli. Ecco io chiedo a gli operatori dell'ospitalità, ai tour operator, agli agenti di viaggio: perché svendete Napoli? Napoli è una signora città che offre non solo panorami unici al mondo, ma tesori preziosi che sono il nostro vanto, e sono soprattutto il patrimonio artistico, archeologico, culturale dell'Italia intera, ciò che ci fa essere una destinazione privilegiata del turismo internazionale ciò che ci fa essere una destinazione privilegiata del turismo internazionale.

Chi di turismo vive, sa dell'importanza  che riveste l'immagine della città sulla scelta della destinazione e quindi è inspiegabile a meno che non sia  la paura  a far  perdere la lucidità necessaria , come anche gli stessi operatori del turismo non si rendano conto del danno che procurano nel rincorre il cliente offrendo tariffe sempre più basse avallando  così facendo quanto di negativo  sulla nostra città viene giustamente, ma esageratamente evidenziato al mondo intero.

Cari colleghi è vero una crisi così profonda probabilmente non la abbiamo mai vissuta, eppure noi dovremmo essere ben  fortificati per poter superare qualsiasi tipo di crisi, sono infatti molti gli avvenimenti negativi  succedutisi su cui riflettere e che molti di noi hanno con grande sacrificio superato non facendosi prendere dal panico. Ricordate il colera? da un giorno all'altro Napoli si ritrovò sola e allontanata da tutti, non solo nessuno voleva più venire qui, ma se un nostro concittadino aveva esigenze d'andare in un'altra città si vedeva normalmente guardato con diffidenza, e in molti casi addirittura allontanato eppure  c l'abbiamo fatta, poi venne il terremoto da molti esperti ritenuto la madre di tutti i mali eppure ce l'abbiamo fatta, .poi venne l'11 settembre (le twin tower), anche qui gli esperti predissero lunghi anni  in cui nessuno più avrebbe viaggiato eppure, ne siamo sempre riusciti ad uscirne, con qualche ammaccatura di troppo forse, ma sempre con la schiena dritta.e con la consapevolezza di avere il privilegio di vivere in una città fantastica che forse non merita di essere da tutti e dico da tutti, politici, imprenditori, intellettuali, classe operaia, trattata come  " 'na carta straccia che nisciun se ne 'mporta". Mettiamoci il vestito più bello rivitalizziamo il nostro personale, imbellettiamo le nostre case, mettiamoci un po' di puzza sotto al naso ed andiamo ad affrontare tutti i nostri denigratori con la supponenza di chi è certo di essere nel giusto.